Calcutta

CALCUTTA

RITORNA IN CONCERTO
A DICEMBRE CON

RELAX TOUR

Calcutta annuncia il suo ritorno sui palchi con Relax Tour: otto concerti nei palasport delle principali città italiane, a distanza di quattro anni dagli ultimi live.

Il suo disco “Mainstream” uscito nel 2015 ha sparigliato generi, appartenenze e definizioni. Calcutta ha marcato una linea di confine nel modo di intendere la musica indipendente partendo da outsider, da artista di culto, con un percorso fuori dagli schemi canonici del music business, ma attirando verso di sé una curiosità sempre crescente. Merito delle melodie contagiose delle sue canzoni che lo hanno reso un fenomeno irresistibile. La sua scrittura pop non ha pari in Italia e l’attenzione trasversale di pubblico, stampa e social network ne sono la riprova costante. Un successo testimoniato anche dal disco d’oro raggiunto da “Oroscopo”, uno dei brani più trasmessi dell’estate 2016, e da canzoni come “Cosa mi manchi a fare”, “Frosinone”, “Gaetano” che registrano ormai milioni di visualizzazioni su Youtube e sulle piattaforme di streaming. A fine 2017 Calcutta si è riaffacciato sulle scene con “Orgasmo” una nuova canzone che ha confermato la sua vena creativa. A inizio febbraio è stata la volta di “Pesto” che ha ulteriormente rinvigorito entusiasmi e attese. Il 25 maggio 2018 arriva finalmente il nuovo disco. Si intitola “Evergreen” ed è anticipato dal terzo singolo “Paracetamolo”. Un Pop stralunato dal retrogusto psichedelico e dal doppio principio attivo, agisce rapidamente prima con un riff di chitarra che si incolla alle orecchie, poi con il ritornello “sento il cuore a mille” lanciato verso l’infinito.

E poi c’è il live. Solo chi ha avuto la possibilità di vederlo in azione durante un concerto ha potuto testare con i propri occhi il magnetismo di questo musicista che ha raccolto consensi unanimi tra le platee di tutta Italia.

L’estate 2018 ha segnato il suo ritorno sui palcoscenici con l’affascinante appuntamento in due location diametralmente opposte, ma ugualmente e diversamente evocative: lo Stadio Francioni di Latina (21 luglio), lo stadio della sua città, e l’Arena di Verona (6 agosto). Un abbraccio di oltre 30000 persone tra Latina e il sold out di Verona. Il live all’Arena di Verona è diventato anche un film concerto proiettato in oltre 150 cinema su tutto il territorio nazionale. “Calcutta Tutti in Piedi”, distribuito da Lucky Red per la regia di Giorgio Testi, è il racconto per immagini di quella incredibile serata. Il 2019 si è aperto con il tour tutto esaurito nei principali palasport italiani. Un vero e proprio bagno di folla tributato all’autenticità della sua musica.

A fine maggio del 2019 Calcutta ha pubblicato due singoli inediti, “Due Punti” e “Sorriso (Milano Dateo)”, tornando dal vivo in estate con 14 date in alcune tra le più prestigiose rassegne estive, da Lucca Summer Festival, a Collisioni, passando per Rock In Roma e Milano Summer Festival.’ Nell’autunno dello stesso anno ha chiuso l’avventura di Evergreen con una serie di concerti esteri che hanno toccato le principali capitali europee.

In questi ultimi anni i suoi dischi hanno continuato a far battere forte il cuore del pubblico. Ne sono dimostrazione i milioni di streaming e visualizzazioni generati sulle piattaforme, il costante affetto e la continua richiesta di un suo ritorno sulle scene. Durante la pausa discografica ha curato la veste sonora di Rai Radio2 e i jingle del Gr, Meteo e Onda Verde ed ha intensificato la sua attività di autore già emersa negli anni precedenti.  Tra gli ultimi il brano ‘Mare di Guai’ di Ariete, presentato al Festival di Sanremo 2023. Inoltre, ha collaborato con Marracash nel suo brano ‘Laura ad honorem” contenuta nell’album “Noi, loro, gli altri”.

Thumper

I dublinesi Thumper si stanno affermando sempre di più come una delle band irlandesi più promettenti ed entusiasmanti del momento. Con una formazione di due batteristi e quattro chitarristi, il muro del suono massimalista dei Thumper li ha da tempo distinti nella fiorente scena musicale di Dublino e colpisce “come pesi massimi del calibro di Fontaines DC e The Murder Capital” (Chris Hawkins, BBC Radio 6).

Il 2022 è stato l’anno del loro debut album, Delusions of Grandeur. L’album è un’epica introduzione al rombo psichedelico della band che giustappone imponenti muri di distorsione con melodia sdolcinata e hook sfacciati. Sostenuto da importanti magazine di settore come CLASH Magazine, The Line of Best Fit, GoldenPlec, BBC Radio 1, DJ Gemma Bradley e molti altri, e avendo ottenuto il supporto di Spotify con playlist su All New Punk (Cover Artists), The Punk List e Alternative Ireland, così come Fresh Rock e Best New Bands di Amazon Music, i Thumper quest’anno sono stati onnipresenti tra gli ascoltatori di musica e i frequentatori di festival. Tuonando nelle classifiche radiofoniche ESNS i Thumper sono stati trasmessi su radio inglesi e internazionali come BBC 6 Music, BBC Radio 1, Radio X, KEXP, Kink, Kerrang e molti altri, oltre ad aver fatto spettacoli televisivi degni di nota su Tommy Tiernan Show e Other Voices di RTE.

Mentre Delusions of Grandeur presenta molti omaggi al rock alternativo classico come Weezer, Pixies e The Dandy Warhols, è anche intriso dell’influenza di contemporanei come Viagra Boys, King Gizzard, Shame e persino Idles nella loro forma più psichedelica. In altri punti, la natura esplosiva della sua produzione ricorda gli alunni dell’introspezione irlandese alla My Bloody Valentine in Loveless o i veterani no wave Sonic Youth in Daydream Nation. Questo roboante processo di registrazione è più evidente che mai nell’atto finale del disco: la suite di 20 minuti “Overbite” composta da tre canzoni registrate ed eseguite come un unico lungo pezzo. Questo epico tentativo di andare oltre lo schema di ciò che una “canzone” può essere in parte giustificato dal titolo dell’album.

Il 2022 ha visto i Thumper essere “Future Headliners” su BBC Across the Line, suonare al Reading e al Leeds Festival.

Deadletter

Provenienti dallo Yorkshire ma ora i pianta stabile a South London, i Deadletter si situano a metà tra la divertente furia dei The Fall e i ritmi sbilenchi dei Talking Heads, in una tensione di ballabile post- punk che esplora il lato più oscuro dell’esistenza attraverso una leggera lente narrativa.

Iniziano a muovere i primi passi come support band di artisti del calibro di Squid, Viagra Boys e Pip Blom, per poi farsi notare per i loro live elettrizzanti. Senza soluzione di continuità, passano da versi informali a un mix di pura furia post-punk e ritmi irresistibili, affrontando temi come la burocrazia, la perdita dell’identità personale e il consumismo moderno.
Il nuovo singolo “Pop Culture Connoisseur“, prodotto da Theo Verney (TRAAMS, Lazarus Kane, FEET), vede il cantante e frontman Zac Lawrence passare dalla produzione politicizzata delle uscite precedenti a una narrativa più ironica incentrata sul caso del PC Read, un agente di polizia licenziato per aver rubato delle ciambelle da un distributore automatico. Oltre a fungere da emblema dell’abuso di potere da parte di coloro che lo detengono e il loro sentirsi al di sopra della legge, il brano contempla anche il modo in cui la moralità moderna si lega così spesso alle dinamche delle pubbliche relazioni. Il singolo con cui i Deadletter hanno debuttato nel 2020 “Good Old Days” è stato un chiaro indicatore stilistico della visione della band ed è stato suonato sia su BBC regionale che su BBC 6Music, oltre ad essere stato aggiunto alla playlist “Introducing” di BBC 6Music. Il singolo successivo “Fit For Work” è stato trasmesso sia dalla BBC regionale che da 6Music da Steve Lamacq e Tom Robinson. Il brano è stato anche realizzato come “Tip of the Week” di Huw Stephens su BBC Radio 1, e una sessione live del brano è stata riprodotta anche nel suo programma di presentazione su Radio 1. Il terzo singolo “Fall of the Big Screen” è stato trasmesso da Steve Lamacq (che ha scelto la band come suo ‘Spotlight Artist’) e Tom Robinson su BBC 6Music, e Gemma Bradley su Radio 1. Ad oggi, i Deadletter sono ampiamente apprezzati da artisti e stampa del calibro di The Guardian, DIY Magazine, Loud And Quiet , So Young Magazine, Upset Magazine, Gigwise e altro ancora.

Panchiko

Il 21 luglio 2016, un utente ha pubblicato sulla bacheca /mu/ di 4chan una foto di un CD demo che aveva scoperto in un negozio di beneficenza Oxfam a Nottingham, nel Regno Unito, intitolato D>E>A>T>H>M>E> T>A>L, presumibilmente pubblicato nel 2000. L’ascoltatore ha caricato l’audio del disco su siti di condivisione di file e successivamente su YouTube, dove ha iniziato a circolare nei forum web. Fin da subito una schiera di fan si unì per risolvere il mistero dietro le origini del misterioso disco, finché alla fine, una band locale di Nottingham da tempo defunta che si faceva chiamare Panchiko, scoprì che il loro album (limitato a 30 copie) si era diffuso viralmente su Internet decenni dopo.

A grande richiesta, i Panchiko si sono riuniti di nuovo per partire in un lungo tour che ha registrato il tutto esaurito negli Stati Uniti e nel Regno Unito, al termine del quale hanno pubblicato un nuovo LP intitolato Failed at Math(s) seguito da un nuovo tour ampliato negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa.

Angelica

Angelica, al secolo Angelica Schiatti, è una cantautrice originaria di Monza. 

Nel 2019 Angelica inaugura la sua avventura solista con l’album “Quando finisce la festa“, che ha riscosso ottimi feedback di pubblico e critica portandola a esibirsi nei principali club e festival italiani tra cui MI AMI 2019, Home Festival e Zoo Music Fest.

Nello stesso anno, Angelica viene scelta per aprire il tour italiano di Miles Kane, cantautore inglese co fondatore insieme ad Alex Turner dei Last Shadow Puppets, e stringe una partnership con Gibson per il tour e la registrazione dell’album. A novembre 2019 collabora con l’attore Giacomo Ferrara (lo “Spadino” dell’acclamata serie Netflix Suburra) per il singolo “Vecchia novità”.

Nel 2020 Angelica si esibisce in streaming per Levi’s e per Patrizia Pepe.

Nello stesso anno pubblica i singoli “C’est Fantastique”, “Il momento giusto” e “L’ultimo bicchiere”, trittico di brani che ha anticipato la pubblicazione, a febbraio 2021, del nuovo album di inediti “Storie di un appuntamento”, presentato al pubblico con un live streaming intimo, potente e allo stesso tempo leggero.

Alessandro Cortini

Nato in Italia e ora residente a Berlino dopo molti anni negli Stati Uniti, la notorietà di Alessandro Cortini è esplosa quando si è unito al rivoluzionario gruppo rock industrial Nine Inch Nails, principalmente scrivendo e arrangiando le parti di elettronica per la band. Più recentemente è tornato allo strumento che ha catturato maggiormente la sua attenzione in gioventù, la chitarra. Mentre lavorava in collaborazione e faceva molti tour insieme alla band, Cortini ha incubato un distinto miscuglio di progetti solisti che saliti alla ribalta e al plauso della critica. Con il moniker Sonoio, Cortini ha pubblicato una raccolta di album synth-pop culminata nella celebre uscita dell’anno scorso per la venerata etichetta sperimentale di New York, Dais. Sotto gli alias di Skarn e Slumberman ha creato un mondo parallelo di techno hardcore in cui si dispiega l’inimitabile stile per cui è più conosciuto. Le collaborazioni con Merzbow, Don Buchla e Lawrence English hanno presentato tutte nuovi aspetti dell’arte di Cortini, che catturano la sua abile capacità di sperimentazione.

Ma l’apice della sua produzione di Cortini si avverte con maggior passione nei lavori pubblicati sotto il suo vero nome, a partire dal trittico di album per Important Records, ‘Forse 1‘ del 2013, a cui hanno fatto seguito ‘Forse 2‘ e ‘Forse 3‘. Pezzi drone accuratamente sagomati piroettano senza sforzo sul suo acuto senso del pop, che ha fornito un accompagnamento appropriato ai due album che sono emersi su Hospital Productions di Dominick Fernow nello stesso periodo: ‘Sonno‘ e ‘Risveglio‘, opere che abitano un terreno più oscuro e forse più astratto. Con l’uscita di ‘Avanti‘ nel 2017, si entra in modo più esplicito in un terreno più intimo che per tutto il tempo era stato inesorabilmente sentito, ma rimasto sfocato e ai margini. La capacità di Cortini di immergersi in una musica profondamente toccante è sostenuta e messa in tensione grazie all’uso di strumenti analogici utilizzati nella produzione dell’album. La presentazione dal vivo dell’album è stata arricchita da una controparte visiva emotiva proveniente dagli archivi cinematografici privati della sua famiglia e, dopo la sua performance principale al Berlin Atonal 2016, ha intrapreso una lunghissima in tournée in tutto il mondo.

L’ultimo lavoro da solista, “Volume Massimo“, è un’importante uovo capitolo nella sua carriera discografica e in quel tipo di elettronica profonda, malinconica e raffinatissima che lo contraddistingue. Apparso sulla prestigiosa etichetta indipendente Mute, ‘Volume Massimo’ alimenta l’equilibrio tra composizione analogica e dissonanza catartica nel territorio della beatitudine.

Loraine James

Loraine James è cresciuta a Enfield, nel nord di Londra ed è stata attratta dal mondo della musica grazie all’eclettico amore per la musica di sua madre, e ringrazia il multiculturalismo della sua città per aver “allargato le sue orecchie” durante l’adolescenza. Ha preso lezioni di pianoforte da bambina, mentre le lezioni al college, e successivamente al corso di musica commerciale della Westminster University, hanno facilitato il suo incontro con gli strumenti di base per la produzione digitale. Il suo approccio musicale mostra una vorace curiosità musicale e un approccio eccitante e impareggiabile al fare musica.

La sua ampia esposizione al jazz, all’elettronica, al drill e al grime del Regno Unito, riassemblati attraverso le sue capacità intuitive e l’approccio intimo, quasi “diaristico” al fare musica, possono essere ascoltati nel colorato miscuglio del suo album d’esordio su Hyperdub “For You And I“ che è stato accolto molto positivamente quando è stato pubblicato alla fine del 2019, ottenendo ottime recensioni da parte di Pitchfork, Line of Best Fit, Mixmag e album dell’anno sia su DJ Mag che su Quietus nel Regno Unito, oltre a un solido supporto radiofonico. Seguì un fitto programma live con headliner e band di supporto come Telefon Tel Aviv, Jessy Lanza e Holly Herndon, oltre a richieste come remixer, prima che il Covid fermasse tutto.

Loraine ha approfittato del Lockdown per lavorare al suo EP Nothing, sempre per Hyperdub nel 2020, oltre a pubblicare EP su Bandcamp e un numero costante di remix, da Jessy Lanza a Gordi a molti altri per affinare le sue abilità, oltre a iniziare uno spettacolo mensile a NTS radio ed esibirsi al festival musicale annuale di Adult Swim. Loraine ha completato e pubblicato il suo terzo album Reflection nel giugno 2021. Ha anche registrato l’omonimo album di debutto con il suo alias ambient-adiacente, Whatever The Weather, in arrivo nella primavera del 2022 su Ghostly International. In contrasto con la sua sensibilità alla musica da club percussiva, con WTW usa improvvisazioni alla tastiera e sperimentazione vocale per modellare l’atmosfera, l’umore e il tono.

A ottobre dello stesso anno, la musicista e producer pubblica Building Something Beautiful For Me, questa volta a nome Loraine James: una raffinata rielaborazione ricca di spunti nuovi e originali del lavoro del compositore Julius Eastman.

Kiwi Jr.

I Kiwi Jr. sono una band indie rock canadese originaria di Toronto formata da Jeremy Gaudet (vocals), Mike Walker (bass), Brohan Moore (drums), and Brian Murphy (guitar)

Pubblicano il loro primo album “Football Money” nel 2019 sulla canadese Mint Records, per poi passare sotto contratto con la prestigiosa Sub Pop, su cui usciranno “Cooler Returns” del 2021 e “Chopper” ad agosto 2022. 

Prodotto da Dan Boeckner, figura di spicco nel panorama indie canadese, nonché fondatore dei Wolf Parade e attuale chitarrista degli Arcade Fire, “Chopper” rappresenta un’evoluzione stilistica per la band, che arricchisce il loro guitar pop di synth e tinte al neon, malinconia pop futuristica e un approccio più fresco ai testi. Accolto con entusiasmo dalla stampa musicale, ha ottenuto un 7/10 da Pitchfork, è stato Album of the Week su Blooklyn Vegan e MOJO e Album of the Day su Bandcamp, oltre a una serie di recensioni positive su testate come il New Yorker, Allmusic, Louder than War tra le più importanti.

Nosaj Thing

Jason Chung, in arte NOSAJ THING è nato e cresciuto a Los Angeles. Pubblica attivamente musica e si esibisce da oltre 15 anni, cioè dai suoi primi live nei primi anni 2000 presso il locale DIY di DTLA The Smell, passando per l’apertura di The xx e The Weeknd, fino alle esperienze come headliner nelle line up dei festival in tutto il mondo, sempre in collaborazione con importanti visual artists come Bureau Cool e Daito Manabe.

Ha prodotto brani per Kendrick Lamar, Kid Cudi, Juliana Barwick e molti altri, ed è stato commissionato da un elenco di artisti ampio e diversificato tra cui Philip Glass, Charlotte Gainsbourg e Flying Lotus. Tuttavia, è proprio attraverso i suoi EP e album che Nosaj Thing esprime a pieno la sua anima trasversale tra generi e le ispirazioni, spingendo la musica sperimentale in un corpo di lavoro ultraterreno,solido ed evocativo: dal primissimo Views / Octopus EP (2006), ai seguenti Drift (2009), Home (2013), Fated (2015), No Reality EP (2016), Parallels (2017) e No Mind (2020).

Dopo aver fondato Timetable Records nel 2013, l’artista multidisciplinare ha continuato a realizzare colonne sonore per film, sfilate di moda e installazioni artistiche. Nel 2020 Chung ha firmato con LUCKYME records, con cui ha pubblicato il suo ultimo album, Continua, nell’autunno del 2022.

Christian Löffler

L’arte di Christian Löffler è fortemente ispirata dal suo ambiente. Vive e lavora, sia come pittore che come musicista, nella remota penisola di Darss, nel nord-est della Germania, e il suo atelier si trova all’interno di una rustica capanna di tronchi circondata da una vegetazione selvaggia che si affaccia sul Mar Baltico. 

Luogo che gli ha fornito la solitudine necessaria per il suo lavoro caratterizzato da una forte introspezione, influenzandolo allo stesso tempo attraverso i suoi aspri paesaggi in un continuo dialogo creativo tra artista e natura. Questo isolamento bucolico, tranquillo e intenso per natura, ha definito il corpus di opere di Löffler, sia visive che musicali, nel corso degli anni.

Dopo il suo debut album nel 2012, A Forest, Löffler pubblica il suo secondo album Mare nel 2017. In Mare, può essere percepita ogni parte del suo ambiente presente grazie al field recording del suo atelier. Il risultato è un viaggio organico attraverso la sua casa e il suo luogo di lavoro ricchi di natura. Nel 2019 Löffler continua a trarre ispirazione dall’importanza dell’ambiente circostante. Prende il nome dalla città in cui risiede, Graal (Prologue) e contiene musica creata in un periodo in cui Löffler era costantemente in tournée: schizzi di melodie scritte per strada. Le sei tracce risultanti dell’album hanno un aspetto minimale e concentrato, dato dal ritorno alle origini che Löffler ha adottato quando ha lavorato su queste idee approssimative.

È stato seguito da Lys, che funge da sequel e contrasto con Graal. L’idea dell’intero progetto è che abbia una dicotomia organica – mentre Graal è stato creato on the road (Löffler lo paragona a un diario di viaggio), il seguito è un classico album in studio, creato nel suo studio di registrazione casalingo. Lys, tuttavia, cattura qualcosa di ancora più fondamentale in natura: la luce. “Mi sono reso conto che la luce è diversa nel nord della Germania, e questo è diventato un tema generale per l’album”, spiega Löffler. “Prima avevo Mare e Forest, e ora è diventato leggero”, da qui il titolo dell’album, che in danese significa “luce”. Entrambi gli album erano anche accompagnati dall’arte di Löffler; una serie di schizzi e dipinti monocromatici disegnati a mano che sono serviti da ispirazione per la musica. Nel 2020 invitato dalla principale etichetta di musica classica del mondo, Deutsche Grammophon, Löffler ha rielaborato brani di Beethoven, così come di altri leggendari compositori di musica classica tedeschi come Wagner e Bach, per creare il suo ultimo album Parallels. Infondendo nuova vita alle composizioni classiche, Parallels invita una nuova generazione di amanti della musica a scoprire il ricco patrimonio della musica classica e ad esplorare gli archivi storici di Deutsche Grammophon.

Ceri Wax

CERI WAX è il progetto solista di stampo elettronico di Ceri, uno dei produttori e dj tra i più iconici, innovativi e influenti della scena italiana. Musicista e producer a tutto tondo, con i suoi beat e la sua sensibilità artistica ha definito il suono degli ultimi anni, portando un sound fresco e innovativo e dando f0rma ad un nuovo immaginario. Se come produttore ha saputo delineare il suono del nuovo panorama urban/pop (collaborando con artisti del calibro di Mahmood, Marco Mengoni, Coez, Frah Quintale, Franco126..), il suo percorso solista lo porta ad esplorare mondi diversi e più personali, ricercando una sua dimensione inedita volta verso sonorità elettroniche e l’energia ritmica della musica da club.

Il nuovo progetto si chiama “WAXTAPE”, un album pubblicato sottoforma di quattro Movimenti, arricchendosi di nuove tracce ad ogni release, per un totale di 29 brani. WAXTAPE è il ritmo di CERI WAX, è l’energia viva del clubbing e la voglia di dancefloor inteso come rito collettivo e profondo. Il disco contiene il singolo “Solo Insieme”, la cui release è stata accompagnata da un video ufficiale realizzato in UK candidato come miglior video al “Berlin Music Video Awards 2022” e ali’ “Oslo Film Festival”.

Il disco è stato presentato per la prima volta dal vivo in un tour estivo partito da Parigi e che ha toccato le principali città e festival italiani, come Miami Festival, Spring Attitude e Apolide Festival.

L’archivio musicale di CERI WAX continua a crescere e alle uscite “ufficiali”, si affiancano release legate al nuovo progetto INIT, una serie di EP dedicati alla scena club che verranno rilasciati solo su Soundcloud e Bandcamp.

Miss Grit

Miss Grit è l’alter ego cybernetico, post-umano e non-binario di  Margaret Sohn, polistrumentista di origini coreane di base a New York.

Il progetto nasce nel 2018 al college e già nei primi due EP, “Talk Talk” del 2019 e “Impostor” del 2021, è presente in modo sempre più netto e predominante il tema dell’identità e della soggettività in una società sempre più tecnocentrica come quella contemporanea. Questa forte impronta narrativa, musicalmente espressa sotto forma di elettronica pop con alternanza di synth, chitarre e derive noise, trova la sua realizzazione definitiva nel suo debut album “Follow The Cyborg“, pubblicato  Il 24 febbraio su Mute Records e anticipato dai singoli “Nothing’s Wrong” e “Like You“.

 

Editors

 

Anticipato dai singoli Heart Attack e Karma Climb, EBM è il primo disco uscito dopo l’ingresso ufficiale nella formazione inglese – capitanata dal carismatico frontman Tom Smith al quale si aggiungono Justin Lockey, Elliott Williams, Russell Leetch e Ed Lay –  di Benjamin John Power aka Blanck Mass, già membro del duo electro-noise Fuck Buttons, dopo una collaborazione di oltre cinque anni che era culminata nella partecipazione come produttore aggiunto sul disco precedente “Violence” e nella pubblicazione di “The Blanck Mass Sessions”, contenente le versioni dei brani realizzate durante le sessioni di registrazione svolte insieme.

Un disco che ha già raccolto il consenso di pubblico e critica: EBM riporta la band a fare ciò che faceva al meglio, al tempo stesso spingendo le cose avanti (NME). E ancora: espandersi verso nuovi suoni è tutt’altro che facile, ma EBM rappresenta una transizione senza soluzione di continuità di generi. Gli Editors riescono ad adottare un approccio industrial pur mantenendo i loro sound passati, dando vita a momenti che fondono sperimentazione e incorporazione (Consequence of Sound).

EBM inaugura dunque la nuova era di una delle band più rilevanti, intriganti e durature della scena inglese. Una band che, in ben 17 anni di carriera, non si è mai fermata.

L’album conferma infatti la tendenza al cambiamento e alla ricerca sonora, a partire dal suo titolo: EBM infatti non è solo l’acronimo di Editors e Blanck Mass, ma anche un riferimento voluto alla Electronic Body Music, il sound nato negli anni Ottanta e che ha enormemente influenzato il nuovo materiale del gruppo, dove i synth industrial sulla falsariga di gruppi come Nitzer Ebb, Front 242 e D.A.F. martellano pesantemente fra luci stroboscopiche, macchine del fumo e l’odore del cuoio e della pelle.

L’ingresso di Power nella band ha significato inoltre che, per la prima volta nella storia degli Editors, la scrittura dei brani non è partita dal frontman Tom Smith, che ha definito l’innesto di Blanck Mass “una botta di adrenalina nel nostro processo creativo”. L’occasione quindi per mescolare nuovamente le carte e per raggiungere un punto di incontro del tutto inedito fra l’anima più pop di un produttore noise e le radici goth-rock di una band capace di riempire gli stadi.

Gli Editors non sono mai rimasti fermi a livello creativo e, sin da quando hanno mosso i primi passi come semplice band composta da amici di università a Birmingham, hanno sempre cercato di sorprendere e di non scrivere mai album prevedibili, senza paura di spiazzare il proprio pubblico.

Se con i primi due splendidi album – l’esordio “The Back Room” del 2005 che ricevette una nomination per il Mercury Prize e il secondo “An End Has A Start” (2007) capace di raggiungere la prima posizione delle classifiche britanniche – la band di Tom Smith era stata inserita nel novero delle band indie rock anni Zero (Franz Ferdinand, Bloc Party, Interpol), già dalla svolta synth di “In This Light and on This Evening” del 2009 è apparso chiaro a tutti che gli Editors non potevano essere incasellati in un unico filone musicale.

Indie rock, post punk, new wave, synth pop, canzoni da stadio: la band inglese ha messo insieme tutto questo con personalità, in vent’anni di carriera vissuti sempre ad altissimi livelli creativi e di riscontro del pubblico. Non a caso tutti i loro precedenti album sono stati in Top 10 UK, e  due si sono piazzati al #1. Il loro ultimo tour nel 2020 li ha visti esibirsi all’OVO Arena di Wembley per il più grande show da headliner di sempre, dimostrando così quanto il loro pubblico sia sempre stato in costante crescita. Hanno sempre riscosso grande successo anche dall’altra parte del canale, con date sold out e performance da headliner a diversi festival in Europa e nel mondo. Il segreto della loro longevità potrebbe essere la capacità di evolversi continuamente nel sound, pur rimanendo sempre ben radicati alla loro visione, come hanno dimostrato ancora una volta con EBM.

The Bloody Beetroots

The Bloody Beetroots è la creazione di Sir Bob Cornelius Rifo. Ispirato dal suo amore di una vita per il punk rock e i fumetti, Rifo ha sguinzagliato i The Bloody Beetroots nel 2006 e da allora ha creato un suono intenso, che mescola la sua formazione classica, la sua ossessione per il punk rock e la sua passione per la musica elettronica in un suono ibrido tagliente di rock che incontra la dance.
I Bloody Beetroots sono esplosi per la prima volta sulla scena grazie al suo LP di debutto acclamato dalla critica “Romborama“, con l’iconica “Warp 1.9” feat. Steve Aoki,  artista con il quale ha contribuito a lanciare il boom dell’EDM americano alla fine degli anni 2000. Il suo secondo LP, “Hide“, presentava brani crossover con icone rock e alternative come Paul McCartney, Tommy Lee e altri. Con il terzo LP, “The Great Electronic Swindle” (2017), Rifo ha continuato la narrativa del rock elettronico attraverso collaborazioni con Perry Farrell, Jet, Gallows, Deap Vally e tanti altri. Nel 2019, ha pubblicato l’EP “Heavy“, che lo ha visto rivisitare il suo classico stile electro caratterizzato da collaborazioni con Zhu e Dr. Fresch. Il 2021 ha visto Bob collaborare con Tom Morello per l’EP “The Catastrophists“, oltre ad aver composto l’intera colonna sonora di 16 tracce per il videogioco RiMS Racing: 10 classici e 6 tracce nuove di zecca che sono state ora rilasciate come colonna sonora ufficiale del videogioco.
The Bloody Beetroots si è esibito con i suoi straordinari spettacoli dal vivo e dj set in tounée tutto il mondo e in tutti i principali festival musicali tra cui Coachella, Lollapalooza, Prima Vera, Pink Pop, Fuji Rock e altri.

Cari Cari

La rivista IndieShuffle US li ha definiti “i figli nati dall’unione di The Kills e The xx”, mentre per Rolling Stone sono stati “la migliore scoperta del Primavera Sound 2018”. 

I Cari Cari sono Stephanie Widmer (voce, batteria e didgeridoo) e Alexander Koeck (voce, chitarra).

Prima di pubblicare il loro album di debutto “Anaana“, il duo austriaco ha vissuto a Londra, Amburgo e Madrid. Fin dall’inizio, i Cari Cari hanno lavorato molto per inventare e costruire il proprio mondo, realizzando tutto con cura maniacale: dalla musica agli artwork, dai video alle scenografie. Questa meticolosa attenzione ai dettagli ha fatto guadagnare alla band una fedele fan base e infatti loro fan accaniti hanno riempito oltre 1000 sale in tutta Europa. Il loro album è stato elogiato da testate e radio del calibro di NME, KCRW, Rolling Stone, BBC Radio 1 e molti more.

Nell’arco di due anni e dopo la pubblicazione di diversi singoli ed EP psichedelici e desertici,a settembre 2022 la band è approdata a Kookoo Island con l’album “Welcome To Kookoo Island”, nato dal desiderio di ritirarsi completamente dalla vita moderna.

Registrato nel loro studio in un parco nazionale austriaco, è un avvincente sentiero verso l’escapismo psichedelico: “Kookoo Island è la nostra isola di libertà, l’utopia di come pensiamo dovrebbe essere il mondo“, spiega Widmer. “Sembra strano sognare un posto del genere in questo momento, ma sognare come vogliamo che sia il mondo è il primo passo per renderlo realtà“. 

Il singolo “No Proper Life” parte come una jam rock blues in stile White Stripes con una linea di basso martellante accompagnato da riff di chitarra a 12 corde. La traccia parla dell’impulso di criticare una “vita conforme”: “un lavoro conforme, amici conformi, hobby conformi e vivere la tua vita come se fossi qualcun altro invece di osare andare per la tua strada. Nessuno è più bravo di te nell’essere te stesso“. aggiunge il chitarrista Alexander Koeck.

Il videoclip di “No Proper Life” è stato illustrato da Kane Rowlingson. La band spiega: “A volte se vuoi vivere una vita non allineata devi essere testardo come un mulo. Il video segue la nostra mascotte Donny l’asino mentre schiva le tentazioni di una vita corretta

Kookoo Island è l’utopia personale dei Cari Cari, costruita ispirandosi a una pletora di pietre miliari culturali, che vanno da Moonrise Kingdom di Wes Anderson al romanzo Steppenwolf di Hermann Hesse, dalla colonia di pirati del XVII secolo “Liberatia” al paesaggio vulcanico delle Isole Canarie. Su Kookoo Island non ci sono lavori o responsabilità, solo lunghi tramonti, fiumi tortuosi ed esplorazioni infantili.

“Cinematico” è una definizione che viene spesso usata per descrivere la musica dei Cari Cari, il che non sorprende data la loro origine. Entrambi cinefili, sono cresciuti ascoltando le colonne sonore dei film, prediligendo in particolare il lavoro del maestro Ennio Morricone.

“Facciamo musica nello stesso modo in cui Tarantino fa i film. È proprio per questo che siamo diventati una band: ci piace pensare di fare musica che potrebbe potenzialmente essere inclusa in un film di Tarantino”, ride Widmer. “Il nostro modo per capire se una canzone è finita è se riesce a darci un’idea per un video musicale e possiamo immaginare le immagini nella nostra testa”, continua Koeck. “Le colonne sonore di Wes Anderson sono state una grande ispirazione per questo album. Si potrebbe dire che se il nostro debutto è stato il nostro album di Tarantino, allora questo è il nostro album di Wes Anderson”.

Boy Harsher

Il 21 gennaio 2022 su Nude Club è uscito “The Runner (Original Soundtrack)“, il quinto album del duo statunitense con sede a Northampton formato dalla cantante Jae Matthews e dal produttore Augustus Muller, Boy Harsher.

Non si tratta di un album tradizionale ⁠— è la controparte musicale di un cortometraggio scritto, prodotto e diretto dal duo, intitolato The Runner, uscito contemporaneamente all’album nel gennaio 2022. The Runner è un film horror intervallato da un “meta-documentario” sul processo di registrazione dei Boy Harsher. La colonna sonora è in equilibrio tra strumentali cinematografici e canzoni pop, superando i confini del suono tipico dei Boy Harsher. 

Sia il film che la colonna sonora si aprono con la forte presenza di “Tower“, il primo singolo estratto. Con i suoi sintetizzatori pulsanti, questo brano è un incantesimo sul desiderio e sulla distruzione imminente, al punto in cui al culmine della canzone, le suppliche di Matthews si trasformano in urla disperate. “Abbiamo scritto ‘Tower’ diversi anni fa e sebbene si sia evoluto nel corso degli anni, il suo intento iniziale rimane lo stesso: quella sensazione di essere avvolti, soffocati, intrappolati in una relazione, che a sua volta si manifesta in un attacco sconsiderato“, spiega Matthews. “Ciò che ami di più può trasformarti in un mostro. Ed è di questo che parla questa canzone, essere un demone paralizzato“.

Dal 2014, i Boy Harsher hanno costantemente prodotto musica che alcuni potrebbero definire il gold standard di darkwave e new industrial. Matthews e Muller si sono incontrati a Savannah (Georgia), mentre entrambi studiavano cinema, dove è nato il loro interesse iniziale per la musica. Matthews avrebbe scritto le sceneggiature e Muller avrebbe composto le colonne sonore per i suoi film inesistenti. Il loro primo EP, Lesser Man, è stato originariamente pubblicato su una piccola tiratura di cassette, ma ha rapidamente guadagnato popolarità online ed è diventato un successo underground. L’LP Yr Body is Nothing del 2016 e l’EP Country Girl del 2017, hanno portato il duo in lunghi tour e spettacoli sold out negli Stati Uniti e in Europa, dove sono diventati famosi per le loro spericolate e avvolgenti esibizioni dal vivo. Nel 2019 esce Careful, LP molto elogiato da NPR Music, Pitchfork, Resident Advisor, VICE e molti altri.

L’anno scorso, nel bel mezzo dell’ovvio caos, ma anche in seguito alla diagnosi di sclerosi multipla di Matthews, Muller ha iniziato a lavorare su schizzi cinematografici lunatici. Non era ben chiaro cosa sarebbero diventati questi pezzi oltre alla catarsi: il duo non era in grado di andare in tour e fare “musica da club” non sembrava giusto. Nel periodo di convalescenza di Matthews, Muller continuava a pensare a un personaggio sinistro: una donna che correva nel bosco. Insieme, il duo ha sviluppato ulteriormente questa idea in un film che esplora la lussuria, la compulsione e le orribili tendenze della seduzione. 

Caratterizzato dal pop oscuro per cui i Boy Harsher sono noti, l’album abbraccia anche l’etica della colonna sonora includendo brani strumentali inquietanti con brani con cantanti ospiti che sembrano provenire da gruppi musicali diversi: “Machina” è un omaggio HI-NRG eseguito da Mariana Saldaña di BOAN, cantato sia in spagnolo che in inglese. “Autonomy” è un brillante e sincero inno new wave con Cooper B. Handy aka Lucy. 

In ultima analisi, il nuovo album dei Boy Harsher è una ricostruzione di tempi incerti trasformati in suono e immagine in movimento. The Runner e la sua colonna sonora sono sia un ritorno alla forma che un’evoluzione per il duo.

Andrea Poggio

Il percorso musicale di Andrea Poggio ha inizio con i Green Like July, gruppo con cui incide tre dischi, due dei quali – “Four-legged fortune” (Ghost Records, 2011) e “Build a fire” (La Tempesta, 2013) – vengono registrati da AJ Mogis nei prestigiosi ARC Studios di Omaha, Nebraska (studi in cui hanno registrato artisti come Bright Eyes, Julian Casablancas e Dev Hynes). 

Nel 2017 esce per La Tempesta “Controluce”, il suo primo album solista.  “Controluce” viene registrato tra Milano e New York da Eli Crews, produttore statunitense che – oltre ad aver lavorato con Yoko Ono, Why? e Deerhoof – è il principale artefice del suono di “Whokill” e “Nikki Nack” di tUnE-yArDs. Il disco vede la partecipazione di Enrico Gabrielli e Adele Altro (Any Other) ed è nella cinquina del Premio Tenco – Opera Prima.

Il tour di supporto a “Controluce è un tour di più di quaranta date che porta Andrea Poggio ad aprire concerti di noti artisti italiani (Colapesce, Baustelle e Brunori Sas) ed internazionali (Erlend Oye e Jonathan Wilson). Nel settembre del 2019, ha luogo un tour di dieci date in Germania, tour che porterà Andrea Poggio a calcare palchi prestigiosi quali il palco del Maifeld Derby e del Reeperbahn Festival. 

Nell’autunno del 2019, Andrea Poggio inizia a lavorare alla colonna sonora del film “Onoda” del regista francese Arthur Harari. La colonna sonora verrà composta assieme ad Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, oltre che al sound artist giapponese Gak Sato ed al musicista francese Olivier Marguerit. Il film viene presentato al Festival di Cannes nel luglio del 2021 in apertura della prestigiosa sezione Un Certain Regard

Nell’ottobre del 2021 iniziano le registrazioni del disco nuovo intitolato “Il futuro”, in uscita nella 5 maggio 2023 per La Tempesta. L’album è stato registrato tra Milano e Bristol da Ali Chant (PJ Harvey, Perfume Genius e Yard Act) e Federico Altamura, prodotto da Federico Altamura e Andrea Poggio e mixato da Ivan Antonio Rossi (Baustelle, Dente e Dimartino). Alle registrazioni, tra gli altri, hanno partecipato Adele Altro (Any Other), Luca Galizia (Generic Animal), Galea, Angelo Trabace, Francesco Fugazza, Caterina Sforza (Nicaragua), Lorenzo Pisoni (Tropea, Marco Castello), oltre a membri di Esecutori di Metallo su Carta (Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro e Damiano Afrifa).

Les Savy Fav

Les Savy Fav (/leɪ ˈsɑːvi ˈfɑːv/ lay SAH-vee FAHV) sono un gruppo indie rock americano influenzato dall’art punk e dal post-hardcore. I loro album sono inossidabili pietre miliari dell’alternative rock made in USA, che continuano ad alimentare anche a distanza di anni interesse e apprezzamento da parte dei fan di tutto il mondo.  

Attualmente la band ha sede a New York City ed è nota anche per la presenza scenica sempre imprevedibile del cantante Tim Harrington. Iniziano a muovere i primissimi passi nel 1995, quando i componenti della band frequentavano la Rhode Island School of Design a Providence, Rhode Island. Sono da sempre sotto contratto con la FrenchKiss Records, etichetta di culto di proprietà del bassista della band Syd Butler, e che ha lanciato sul panorama internazionale band come Franz Ferdinand, Bloc Party, LCD Soundsystem Rapture e Liars.

Gli spettacoli dal vivo sono caratterizzati dalle buffonate del frontman Harrington, inclusa l’interazione con i membri del pubblico e i cambi di guardaroba sul palco mentre il resto della band continua a suonare come se non stesse accadendo nulla di strano. Il chitarrista Gibb Slife ha lasciato la band dopo il loro secondo LP “Go Forth” del 2001 per intraprendere la carriera di pittore e il batterista Pat Mahoney se ne andò per fondare gli LCD Soundsystem con James Murphy, sostituito da Harrison Haynes. Nel 2006 Andrew Reuland si è unito alla band come secondo chitarrista. Il bassista Syd Butler e il chitarrista Seth Jabour suonano nella 8G BAND nello show della NBC “Late Night with Seth Meyers”. 

Sono anni che ci mancano e il loro sarà un grande e inatteso ritorno sulle scene e sui palchi italiani. 

Aphex Twin

Richard David James, meglio noto come Aphex Twin, ma anche con un’infinità di altri pseudonimi, nasce nel 1971 in Irlanda, per poi crescere in Cornovaglia. Prendendo ispirazione dalla musica classica di Edgar Varèse ed Erik Satie, dalle avanguardie di Stockhausen e John Cage fino al rave e alla jungle, passando per Brian Eno e i Kraftwerk, si è imposto come uno dei nomi più creativi, innovativi e personali nell’intero scenario delle musiche elettroniche, e il suo genio è riconosciuto al punto da avergli fatto guadagnare il soprannome di “Mozart dell’elettronica”, e al fatto che “Windowlicker”, uno dei suoi brani più noti, è stato definito dalla critica come una “sigla di tutte le musiche del Novecento”. 

Ammirato da compositori come Philip Glass e Krzysztof Penderecki, con i quali ha collaborato, il suo lavoro è stato fondamentale anche per uno dei principali momenti di svolta nel rock degli ultimi decenni: è un fatto noto e documentato che i Radiohead abbiano dato al loro suono la svolta più elettronica e contemporanea incominciata con Kid A (2000), proprio a partire dalla musica che usciva per la  britannica Warp, e in particolare dall’ammirazione per Aphex Twin, uno degli artisti più rappresentativi dell’etichetta. Thom Yorke non ha avuto remore nel definirlo “la sua più grande influenza” e nel dichiarare che l’ascolto dei suoi dischi aveva aperto una porta dove non c’era posto per la sua chitarra elettrica.

La biografia di Aphex Twin è volutamente piena di misteri e piste più o meno false disseminate qui e là nel corso della carriera.

Se l’IDM (Intelligent Dance Music) – di cui il producer è sicuramente il personaggio più emblematico e riconoscibile – rendeva protagoniste figure ordinarie, dai look irrilevanti, con la tendenza a nascondersi più che a mostrarsi, Aphex ha fatto il contrario: ha reso il suo stesso volto un’icona. Protagonista di video e di copertine, ha esposto la sua immagine nascondendola allo stesso tempo, mostrificandola, modificandola digitalmente, sovrapponendola ad altri corpi, giocando con i cliché della società dello spettacolo, spesso con la collaborazione del video-artista Chris Cunningham (tra i tanti, resta indimenticabile il video di “Come To Daddy”).

Questa immagine atipica, associata alla mitologia che si è costruito a furia di dichiarazioni, interviste e leggende metropolitane –  due su tutte che il suo primo album, un capolavoro universalmente riconosciuto come Selected Ambient Works 85-92, conterrebbe materiali registrati a partire dai quattordici anni; o che con i primi guadagni si sarebbe comprato un carro armato con il quale girare per le colline della Cornovaglia – ha dato origine a una vera e propria idolatria da parte dei fan di tutto il mondo, che sul web, da decenni, su canali dedicati come il mitologico forum WATMM, passano al setaccio ogni sua dichiarazione, ogni immagine, ogni secondo dei suoi brani, alla ricerca di significati misteriosi e ulteriori.

Ma il carisma e il mistero non basterebbero a renderlo una figura dall’importanza così indiscutibile se non ci fosse la musica. Dal primo Selected Ambient Works passando per il secondo volume, da …I Care Because You Do al Richard D. James Album, dai classici pezzi per piano di Drukqs a Syro, dalla raccolta di gemme lontane Classics a quella di remix, fino all’ultimo EP Collapse del 2018 (presentato, per non smentirsi mai, come un disco del 1818 realizzato da una divinità secolare), fino alle uscite a nome AFX, Polygon Window, Caustic Window, un’infinità di release difficili da incasellare e con le quali tenere il passo vanno a formare un unico corpus che attraversa l’intero spettro musicale dall’accademia al rave, dall’estasi all’orrore.

Techno, breakbeat, acid, ambient, minimalismo, classica, pop, industrial, drum and bass sono solo alcuni degli elementi che, a volte nello stesso lavoro, vanno a creare una proposta assolutamente rivoluzionaria e sempre personalissima e di impatto, che abbraccia l’intera storia della musica elettronica riuscendo a parlare con la stessa forza a diverse generazioni, e ai pubblici più diversi.

Nonostante negli anni abbia diluito le sue apparizioni e reso ancora più misteriosa e sfuggente la propria presenza, ogni sua nuova mossa non manca di scatenare l’immediato interesse del pubblico e della critica di tutto il mondo, come per nessun’altra figura a lui assimilabile, sempre che ce ne siano.

La sua ultima memorabile performance al C2C 2018 sold-out, davanti a diecimila persone, è entrata nel mito superando anche le sue precedenti, rare, venute in terra italiana: un set totalizzante, fatto di visual, laser e luci pazzesche, musiche ambient che si fanno più acide, con una assoluta predominanza di brani del suo repertorio modificati e trasfigurati in modo chirurgico e trascinante.

 

Biografia a cura di Federico Sardo

Cosmo

Dopo un 2022 iniziato con tre date nel tendone delle Feste dell’Amore in un tendone da circo e continuato sui palchi di tutta Italia, d’Europa e oltre oceano, Cosmo non ha nessuna intenzione di fermare questa grande festa itinerante. 

“La verità è che stiamo bene e che ci piace stare insieme” anche in primavera e, dopo l’annuncio della partecipazione al Mi Ami Festival di Milano, Cosmo svela nuove date “blitz” del suo “CLUB TOUR 2023” nelle principali città italiane, per non smettere mai di ballare e celebrare la musica come atto collettivo di unione e libertà.

Come sempre sarà un inno estatico alla vita, alla musica, all’ebbrezza e alla condivisione, per perdersi e ritrovarsi in una dimensione collettiva più autentica e vitale.