Angel Haze

    Angel Haze

    Angel Haze

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    Una voce dall’intensità rara, devastante: e non è solo questione di flow ma anche e soprattutto dell’arsenale di argomenti e feroce emotività che Angel Haze – nata a Detroit nel 1991, ma presto trasferitasi a Brooklyn – riesce a regalare al suo rap. Originariamente poetessa, molto lontana dai luoghi comuni e dalla superficialità dell’hip hop meramente commerciale, l’artista americana riesce a scavare verso un’introspezione che diventa in certi tratti perfino dolorosa ma non per questo perde in quanto ad impatto, incisività e ferocia al microfono.

    Un album fatto uscire come gesto di sfida (“Dirty Gold”, 2013, che lei stessa ha messa in circolazione in rete prima della release ufficiale in polemica con la sua vecchia label), un duetto con Sia che le ha regalato ad oggi oltre cinque milioni di visualizzazioni su YouTube (“Battle Cry”), personalità da vendere anche nel rapportarsi coi colleghi (Eminem “coverizzato” in “Cleanin’ Out My Closet”, Azealia Banks attaccata e sfidata in “On The Edge”): Angel Haze è una di quelle artiste senza paura di niente e nessuno (…nemmeno quando si tratta di esplorare narrativamente i territori della follia o di dichiarare apertamente legami sentimentali gay).

    Il 2015 ha visto l’uscita del suo secondo album (“Back To The Woods”, quasi più un concept che un normale lp) con conseguente tour – con tappa appunto anche in Italia – e una esposizione pubblica sempre più schietta e lontana da compromessi ed ammiccamenti commerciali. In mano sua, l’hip hop torna ad essere una cultura di rottura fatta di rabbia ed arte, non un ascensore per il successo: c’è decisamente un grande bisogno di personaggi come lei – a maggior ragione visto il suo talento naturale una volta alle prese col microfono su un palco.