Il duo cult-pop scozzese, composto da Aidan Moffat e Malcolm Middleton, arriva in Italia per celebrare il compleanno della band ad un anno dalla grande reunion ed a pochi mesi della pubblicazione del doppio album celebrativo.
L’omonima compilation, che racconta i dieci anni di una carriera tanto influente quanto controversa, mostra tutte le straordinarie capacità di una band che ha sempre rifiutato di conformarsi a qualsiasi aspettativa. Dall’ottima Shy Retirer al piano noir di Love Detective, dal lo-fi sconnesso di The Clearing all’elettronica spartana di Rocket, Take Your Turn, gli Arab Strap si sono rivelati sempre senza paura ed originali sin dal primo minuto di Aidan in First Big Weekend del 1996.
Arab Strap, uscito a fine settembre, come racconta lo stesso Moffat, mette in luce le varie anime della band: “Abbiamo scelto 20 canzoni – una per ogni anno da quando abbiamo iniziato – e deciso di dividerle in due sezioni di dieci ciascuna. Il primo disco è una sorta di best-of, con particolare attenzione alle cose un po’ più elettroniche. Il secondo disco contiene rarità tratte da EP, b-side, out-take e c’è un po’ più rock qui. Credo che tutte queste canzoni sarebbero dovute entrare negli album per cui sono state scritte, ma qualche volta cerco di raccontare una storia e queste probabilmente non sarebbero entrate bene. Questo cd contiene canzoni più rock e con una batteria vera, quindi tutti quelli che cercano il nostro lato più noise, dovrebbero rimanere soddisfatti.“ L’idea di una possibile reunion per una serie di concerti anniversario è arrivata nello stesso momento in cui la band si è sciolta, ha confessato Middleton. “Credo che il giorno in cui andammo al pub e ci siamo sciolti, scherzammo sul fatto che gli Arab Strap si sarebbero riuniti 10 anni dopo per festeggiare il momento. Quindi si tratta proprio di questo: un’occasione per godere della musica che abbiamo fatto, ancora una volta”. Tutti coloro che da anni sentono nostalgia del suono inimitabile e indimenticabile del duo,voce fondamentale dell’indie rock, saranno finalmente ripagati dell’attesa!
Nel 2021 e’ uscito il nuovo album degli Arab Strap dal titolo “As Dayes Get Dark”. Nonostante siano stati un gruppo di punta all’epoca, Moffat chiarisce che l’obiettivo non è quello di “riconquistare gli anni ’90”, ma piuttosto di creare un album decisamente nuovo, con nuovi strumenti, suoni e muovendosi verso un senso di esplorazione. “Questo album mi sembra una cosa nuova”, dice. “È sicuramente Arab Strap, ma più vecchio e più saggio, e molto probabilmente migliore.” Attraverso le 11 tracce, la band ha sfruttato le loro basi sonore fondamentali e ciò che ha fatto innamorare tanti, ma lo ha anche esteso a un nuovo terreno. L’abile mix di paesaggi sonori post-rock, elettronica sottile, battiti di batteria e l’incomparabile voce semi-cantata e semi-parlata di Moffat sono tutti presenti, ma anche una varietà di nuove aggiunte come delle esplosioni di sassofono dirompente alla disco groove e una ricca produzione immersiva che ti avvolge profondamente nelle storie. “Abbiamo avuto abbastanza distacco dal nostro lavoro precedente per rivalutare e dividere gli elementi buoni da quelli cattivi di ciò che abbiamo fatto”, afferma Middleton. “Non molte band riescono a farlo, quindi è bello sciogliersi.” Mentre Moffat dice scherzosamente “stiamo ancora facendo quello che facciamo sempre: Malcolm mi dà alcune parti di chitarra, metto alcune drum machine e parole sopra le righe”. La band si è riconnessa con il produttore Paul Savage, con solo loro tre in studio, dato che era la prima volta. “Paul porta conforto e fiducia”, dice Middleton, “e un senso di continuità”