::ASTRO::
Il primo annuncio è stato Jon Hopkins: ha avuto, giustamente, una grandissima eco, dato che si tratta del ritorno nel nostro paese dell’artista inglese – una delle vere, nuove stelle dell’elettronica mondiale nell’ultimo decennio – per presentare per la prima volta in assoluto in Italia il nuovo live, imperniato sul bellissimo album “Singularity” uscito poche settimane fa. Del resto, dopo la strepitosa edizione 2018, Astro Festival non poteva che mettere in campo delle carte di spessore. Successivamente sono infatti arrivati gli annunci in line up del dj set di Boys Noize (da un decennio, uno degli artisti più d’impatto nelle scena techno-electro) e dei live di Âme, George FitzGerald, Ross From Friends, Gigi Masin, in una traiettoria “astrale” che va dalla tech-house più profonda ed emozionale a quella più analogica e creativa, fino ad arrivare a bellissime e suggestive striature ambient.
Il cast si completa con tre nomi che definiscono l’”orbita semantica” attorno a cui ruota questa terza edizione diAstro Festival. Mancavano ancora la visionarietà “irregolare”, quella capace di giocare con gli stilemi techno destrutturandoli e rimontandoli in maniera inaspettata ed ipnotica, e su quella è stato chiamato l’uomo perfetto,Lorenzo Senni(tra le altre cose, il primo artista italiano ad essere stato messo sotto contratto dalla leggendaria Warp Records); così come era bello e importante completare questa avventura nella musica elettronica, lunga una notte intera (dal tramonto a praticamente l’alba), andando a chiamare dei pionieri del suono electro – uno dei suoni che sempre e da sempre ha cercato il futuro, superando la dimensione “terrena” per andare a soffiare vita aliena ed emozioni nella tecnologia – ed è qui che entrano in gioco i fratelli D’Arcangelo, già negli anni ’90 sotto contratto per la Rephlex co-fondata da Aphex Twin e ancora oggi artisti di culto. Le emozioni e i viaggi interstellari sono anche un patrimonio riconosciuto di uno dei migliori interpreti italiani contemporanei dell’elettronica in bilico tra downtempo e battito in quattro Indian Wells. A legare il tutto, per dovere d’ospitalità, non poteva mancare uno dei migliori dj resident milanesi: Walking Shadow è da anni un agitatore culturale del miglior clubbing della metropoli lombarda ed è, tra le altre cose, co-fondatore e dj resident del Dude Club, una delle venue che più ha portato la club culture milanese (ed italiana) a livello europeo.
JON HOPKINS (live)
Quando la musica elettronica ha un cuore. E delle emozioni molto profonde. Ogni sua traccia è un viaggio astrale: fatto di luci, ombre, spigoli ritmici, architetture techno e destrutturazioni sincopate. Il tutto con una qualità del suono quasi incredibile (del resto, parliamo di uno che negli anni ha collaborato strettamente con Brian Eno, Coldplay…). Arriva ad Astro Festival per presentare live, in anteprima italiana, il materiale del suo nuovo, bellissimo “Singularity”. Headliner assoluto, uno delle menti musicali più importanti ed immaginifiche dell’ultimi decennio: rivederlo in Italia, con un set nuovo ed inedito, è davvero un evento. Come del resto dimostra l’attesa che sta circondando questo suo ritorno.
BOYS NOIZE (dj set)
Il dancefloor come arma. L’impatto ritmico come violento viaggio emozionale. Tedesco, nato ad Amburgo ma da tempo residente a Berlino, è emerso prima come stella nascente dell’allora imperante fenomeno electro-clash, a metà anni 2000, con uscite su Gigolo e Kitsuné. Ben presto però ha dimostrato di andare al di là degli incasellamenti e delle mode:Boys Noizeè un genere a sé stante, fatto di grandiosità techno, adrenalina electro e un senso cinematico davvero raro – e velenoso – nel costruire e selezionare congegni sonori in grado di traportarti in un’altra dimensione, in un’altra galassia – molto più cattiva, molto più lisergica.
ÂME (live)
Classe. Visione. Capacità di esplorare le geometrie techno e house, mescolandole tra di loro e trovando un equilibrio perfetto. Un equilibrio che va ben oltre la lezione minimal, lezione che gli Âme già a metà anni 2000 hanno superato in modo luminoso dando vita – assieme a Dixon, ospite di Astro Festival l’anno scorso – ad Innervisions, label che ha letteralmente cambiato le regole del gioco, riportando nel dancefloor armonizzazioni senza gravità e linee melodiche astrali, creando un’identità sonora che ancora oggi è fra le più ricercate, amate, ammirate nei club di tutta Europa.
Anche per loro, Astro è un appuntamento speciale: presenteranno in anteprima italiana il live di “Dream House”, il loro album di debutto (coronamento di una carriera più che decennale ai vertici assoluti, fatta di tracce passate alla storia come “Rej”).
GEORGE FITZGERALD (live)
Uno dei talenti più nitidi espressi negli ultimi anni da una nazione, la Gran Bretagna, che ha sempre dettato le regole dell’eccellenza nel campo della club culture. George FitzGerald è uno di quei producer in grado di portare l’alfabeto house ad un livello superiore, più onirico, più colto, più ricco di sfumature e di panorami immaginifici. Se l’album “Fading Love” (2015) è stata una grande sorpresa, il nuovo lavoro “All That Must Be” da poco uscito su Double Six (e presentato in anteprima italiana live ad Astro Festival) lo riconferma una delle voci più raffinate in circolazione, come del resto sanno etichette di pregio come Aus, Hotflush ed Hypercolour che lo hanno voluto in questi anni nel loro catalogo.
ROSS FROM FRIENDS (live)
House sì, ma con creatività. Col gusto dell’invenzione. Con la libertà di attingere dalle fonti sonore più disparate (dall’hip hop old school a oscure trame electro anni ’80, passando per la techno euforizzante ed euforizzata dei primi anni ’90) e di combinarle con una naturalezza quasi irreale. Live poi il gioco si fa ancora più intricato, visto che Ross From Friends – Felix Weatherall all’anagrafe – arriva con una vera e propria band, annullando i confini fra digitale ed analogico, fra iterazione ed improvvisazione. Facile scommettere che sarà, per molti, una delle sorprese più interessanti di Astro Festival. Ma non per chi lo segue fin dalle sue prima apparizioni, datate 2015, prima ancora del notevole (e meritato) hype che ha iniziato ad accompagnarlo nell’ultima annata.
GIGI MASIN (live)
A lungo, “Wind” di Gigi Masin, uscito ancora nel 1986, è stato un best kept secret, un culto sotterraneo per pochi, selezionati adepti. La musica di qualità vera del tuttavia resiste allo scorrere del tempo. Anzi, se ne arricchisce. Anno dopo anno il culto è cresciuto, altro suo materiale è riemerso a distanza di decenni (come “Clouds”, brano del 1989 riportato alla superficie anni dopo via campionamento da Björk prima e dai To Rococo Rot poi), fino ad arrivare ad una vera e propria consacrazione negli ultimi anni portata avanti dalla nobiltà assoluta della club culture europea – cosa che ha portato anche alla creazione di Gaussian Curve, progetto a tre con Masin, Young Marco e Johnny Nash. Avere il musicista veneziano ad Astro Festival è un onore e un privilegio: pochi come lui, nelle sue emozionanti esibizioni dal vivo, sono capaci di “settare” le vibrazioni in un modo così intenso. La comunicazione con le stelle, il 30 giugno 2018, inizierà nel modo migliore.
LORENZO SENNI (live)
Lorenzo Senni è uno di quei rari artisti “with a vision”, “…con una visione” come direbbero gli inglesi.Una visione che lo ha portato ad affermarsi, nell’arco di un decennio, come una delle voci più originali e riconoscibili in campo europeo. E ad ottenere, primo italiano in assoluto, un contratto con la Warp Records, l’etichetta-leggenda che ha fra le sue fila Aphex Twin, Boards Of Canada, Flying Lotus. Tutti i (molti!) traguardi a cui Senni è arrivato, questo è il punto, sono stati raggiunti in maniera naturalissima, seguendo il gusto dell’ispirazione, il suo approccio particolarissimo nei confronti dei synth, della architetture sonore digitali geometriche, dell’iterazione, della citazione stravolta e scarnificata dei momenti più avventurosi della musica elettronica e della club culture. Sempre a modo suo. Sempre con una visione. Che il 30 giugno 2018 diventerà, finalmente, Astrale.
HERVA (dj set)
Disporre le congiunzioni astrali a proprio piacimento. La magia e la personalità di Herva sono un patrimonio raro e prezioso, nella musica elettronica italiana. Magia, perché la sua capacità di comporre e scomporre architetture techno e house in mille prismi, in mille riferimenti a funk e soul “alieni” e destrutturati, in mille avvolgenti labirinti ritmici è qualcosa di davvero fuori dall’ordinario; personalità, perché ha avuto mille occasioni per scegliere la via più “facile” – sotto vari punti di vista – ma ha sempre scelto di esprimersi senza compromessi, alla ricerca della creatività pura, delle proprie personalissime inclinazioni. Te lo puoi permettere, se hai un talento come il suo: e infatti sono arrivate negli anni release su etichette di grande importanza come l’olandese Delsin, o semplicemente leggendarie come la Planet Mu, senza contare la label “di casa”, la fiorentina Bosconi.
D’ARCANGELO (dj set)
Un amore per dark wave e synth pop, proiettato violentemente verso il futuro. Erano i primi anni ’90 quando i fratelli Fabrizio e Marco D’Arcangelo decidevano di passare all’azione, facendo subito nascere un culto attorno alle loro produzioni. Culto che è stato officiato in primis dalla Rephlex, la label co-fondata da Aphex Twin, che ha pubblicato più tracce, negli anni, del suo romano. Del resto la loro electro visionaria, talora glaciale, talora intrisa di schegge di romanticismo, sempre avventurosa e mai scontata, è da oltre due decenni uno dei “best kept secret” della scena elettronica contemporanea, generando un seguito fedele, esigente ed appassionato resistente a qualsiasi moda. Del resto, una delle caratteristiche delle stelle è che durano a lungo, brillano a lungo nell’universo. Onorati quindi di averli nostri ospiti ad Astro Festival.
INDIAN WELLS (live)
Esiste tutto un nucleo di artisti italiani che, in tempi non sospetti, ha iniziato a trattare la materia “musica elettronica” cercando di uscire dal seminato delle soluzioni dance più semplici e combinando invece hip hop, ambient, destrutturazioni, il funk più etereo e visionario. Il risultato non è sperimentazione estrema; il risultato anzi è (anche) ballabile e soprattutto molto, molto coinvolgente. Anzi: avvolgente. Uno dei capofila di questo movimento, che oggi ha pieno riconoscimento di pubblico e media, è Indian Wells, alias Pietro Iannuzzi. Innamorato del tennis (da qui il nome d’arte…) ma ancora di più di musiche in grado di far viaggiare, senza mai cadere nella banalità. Un amore che, release dopo release, ha raccolto riconoscimenti tanto in Europa quanto al di là dell’Oceano.
WALKING SHADOW (dj set)
Un’ombra che si aggira per Milano. E lo fa da anni: cruciale da sempre nelle più importanti storie legate al clubbing che abbiano attraversato la metropoli lombarda nell’ultimo decennio. Dalla serata Classic all’avventura col Dude, ancora in corso, che lo vede uno dei primi protagonisti; ma anche le storiche serate elettroniche al Leoncavallo, dove Ellen Allien e Modeselektor riempivano gli spazi fino all’inverosimile, o mille altre sortite. Una costante: la qualità, la buona vibrazione, il gusto nel saper “vestire” nel modo più adatto ogni contesto. Con lui, lo spirito di Astro Festival è in buone mani.