Band of Horses

    Band of Horses

    Band of Horses

    CONCERTI

    • Non ci sono concerti in programma

    Things are Great, il sesto album dei Band of Horses, è in uscita il 21 Gennaio 2022 e segna il loro ritorno dopo quasi cinque anni di stop. Possiamo definirlo anche un ritorno agli albori sonori e alle prime atmosfere che costituivano il cuore pulsante della band.

    Tra il buio e la luce, la forza e la vulnerabilità, l’apatia e la devozione, la speranza e la disperazione, si collocano le atmosfere e le canzoni dei Band of Horses. Bridwell è un acuto ed entusiasta cantastorie ma anche un implacabile osservatore in grado di raccontare le sfumature dei capricci del cuore umano e la particolare bellezza delle sue disfunzioni. Intrise di profondità, verità, ma anche di qualche consiglio esistenziale cucito in casa, le canzoni dei Band of Horses sono diventate inni, mantra e pietre miliari per i fan.

    La band ha lasciato il segno in numerosi festival estivi come al Lollapalooza, Firefly e Austin City Limit. Proseguirà con degli show più intimi al Brooklyn Made per continuare poi verso il Nord America per poi approdare in Italia per due show esclusivi durante il tour europeo.

    ITA – Fall Tour
    21 marzo Bologna – Estragon

    22 marzo Milano – Fabrique

    Sin dagli esordi nel 2006 con il loro primo LP “Everything All The Time”, pubblicato dalla mitica label SUB POP, i Band of Horses si sono affermati come un pilastro dell’Indie Rock  e nell’arco di un decennio hanno realizzato quattro bellissimi album, tra cui il nominato ai Grammy  Infinite ArmsMirage Rock, prodotto dal leggendario Glyn Johns. Vincitori del Music Award for International Album of the Year, le loro canzoni sono state utilizzate in diversi film e note serie televisive di successo.

    Uscito a gennaio 2022 su BMG, “Things are Great” è il sesto disco dei Band Of Horses, pubblicato a cinque anni di distanza dal precedente “Why Are You Ok”. 

     

    La band di Seattle, fulgida anomalia nella tradizione cantautorale indie rock statunitense, con questo album recupera e rinnova gli esordi di “Eveything All The Time”, primo fortunatissimo album del 2006.  

    Anticipato dai singoli Crutch” e “Lights”, questa volta il fondatore della band, Ben Bridwell, ha assunto un ruolo più importante nella produzione di quanto non lo abbia mai fatto in precedenza, producendo o co-producendo ogni canzone dell’album. Ha coinvolto vecchi collaboratori tra cui Jason Lytle dei Grandaddy, Dave Fridmann e Dave Sardy, ma non è stato solo grazie ai vecchi amici che Bridwell è riuscito a ottenere il suono che immaginava, ma lavorando per la prima volta con l’ingegnere Wolfgang “Wolfie” Zimmerman. I due hanno avuto una connessione istantanea che permea tutto il disco. Emotivamente intense, sia a livello personale che universale, la maggior parte delle canzoni sono state scritte prima che il mondo chiudesse, quando tutti abbiamo dovuto affrontare la nostra mortalità e abbiamo iniziato a fare il punto sulle nostre vite. Qui troviamo un Bridwell più autobiografico di quanto non sia mai stato, descrivendo in dettaglio le nebulose frustrazioni e le tacite umiliazioni dei cambi di relazione nella sua stessa vita (l’ex moglie, i membri della sua band cambiati anche in quest’occasione), cosa fa una persona per sistemare le cose e cosa fa quando non può. 

    Da qui il titolo non poco sarcastico “Things Are Great”, visto anche il ritardo nei tempi di pubblicazione dilungati più del previsto a causa dei disagi causati dalla pandemia. 

     

    Dopo aver rimandato le due date italiane previste a marzo, a novembre potremo vedere questa band  in una formazione tutta nuova dal vivo in Italia.