L’Rain

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    La polistrumentista, compositrice, performer e curatrice L’Rain (Taja Cheek) ritorna con il suo terzo album I Killed Your Dog. Riscrivendo temi di dolore e identità che hanno caratterizzato il suo lavoro precedente, I Killed Your Dog pone l’attenzione su cosa significa ferire le persone che ami di più. Multistrato nel soggetto e nella forma, le esplorazioni sonore di L’Rain interrogano invece il modo in cui la molteplicità di emozioni ed esperienze si intersecano con l’identità. Lo sperimentale e l’ipercommerciale; l’aspettativa e la realtà; la speranza e la disperazione. “immagino un mondo di contraddizioni, come sempre”, spiega Cheek. “Sensuale, forse anche sexy, ma terrificante e strano.” Scritto in mezzo al dolore dal punto di vista di un’ormai guadagnata maturità, I Killed Your Dog porta il mondo sonoro delineato da L’Rain nell’album Fatigue del 2021 su una nuova traiettoria avvincente.

    Descritto da Cheek come un disco “anti-rottura”, I Killed Your Dog prende come punto di partenza il tema pop universale dell’amore – audace, monello e persino un tocco diabolico – e lo esamina attraverso la forma di una conversazione con una se stessa più giovane, districando il suo rapporto con la femminilità e le convenzioni musicali formali che gli altri si aspettano da lei.

    Insieme ai collaboratori di lunga data Andrew Lappin e Ben Chapoteau-Katz, Cheek ha sviluppato L’Rain in un’entità mutevole che offusca la distinzione tra band e individuo. Iniziando come una meditazione astratta sul dolore, Cheek fa risalire le origini di L’Rain al periodo che seguì lo scioglimento della sua vivace comunità musicale DIY all’inizio degli anni 2010 a New York e la morte di sua madre, Lorraine. Il nome L’Rain è stato concepito sia come un tributo a sua madre e al suo gregario alter ego L’ (lah-postrophe), sia come nome che successivamente si è tatuata sul braccio.

    Acclamato dalla critica da NPR, nominato album dell’anno dalla rivista The Wire e n. 2 nei migliori album di Pitchfork del 2021, Fatigue ha spinto L’Rain verso un nuovo pubblico, consolidando ulteriormente il suo posto all’interno di spazi istituzionali sperimentali e artistici. Eppure, ispirato allo stesso modo dal gospel e dall’R&B degli anni ’90, e in tournée con Black Midi e Animal Collective, Cheek è consapevole di non permettere a questa narrazione di dominare.

    Come nel caso di Fatigue, il cast di Il mondo di I Killed Your Dog è estremamente vario: comprende fisici teorici, sovverte i cliché compositivi barocchi e la nostalgia del papà rock degli Strokes, le parole del coreografo Bill T. Jones, trucchi di pubblicità commerciale e note vocali di saggezza delle persone che le sono vicine. I Killed Your Dog è una cristallizzazione dell’approccio tattile di L’Rain alla scrittura delle canzoni. L’album è anche un’interrogazione implicita sui sogni elettrici e sui fallimenti dei primi sintetizzatori, giocando apertamente con i cliché della musica rock, il lignaggio del folk come musica nera in America e il background di Cheek che suona in gruppi di chitarre sperimentali.

    Intrecciato di intermezzi – dalle registrazioni personali ai falsi spot televisivi autoprodotti – l’approccio al collage utilizzato da L’Rain per la prima volta nel suo album di debutto omonimo, si lega a riferimenti a lavori precedenti. Qui “Knead Bee” reinterpreta “Need Be” di Fatigue come una conversazione con se stessa da giovane: “Ho immaginato di essere una ragazzina che si chiede cosa le succederà nella vita, che ha paura per il futuro e non sa come si andranno le cose”. . E io rispondo sostanzialmente come: “Oh ragazza, stai bene”. Starai bene.'”

    Sebbene i dettagli possano essere nascosti alla vista, I Killed Your Dog è un invito a sperimentare le grandi emozioni della vita attraverso la lente prismatica di L’Rain. Messo insieme come frammenti di suoni ritrovati, L’Rain si sta avvicinando a una pratica che resiste alla categorizzazione disciplinare e riflette invece il disordine del sé in tutta la sua pienezza.

    In questa canzone “Irreconcilable Stupidities” mi chiedo quanto tempo ci vuole per dimenticare qualcuno a cui sei vicino. Questo tema è presente in tutto l’album mentre rifletto sul vivere momenti di crepacuore, non solo romantici, ma di dissoluzione di amicizie e altre relazioni intime. Come sempre nel mondo di L’Rain, i dettagli sono nascosti alla vista del pubblico, ma lascio agli ascoltatori grandi sentimenti e un invito a esaminare le proprie esperienze di vita attraverso la mia lente particolare.

    fabio@dnaconcerti.com