All’alba del loro trentesimo anno con la Warp records, è il momento di riconoscere l’innegabile importanza storica dei Plaid, alias di Ed Handley e Andy Turner, vera e propria istituzione dalla fine degli anni ’80 e capisaldi monumentali per ogni appassionato di musica elettronica che si rispetti, noti principalmente come Plaid, ma conosciuti anche sotto pseudonimi come The Black Dog e Balil, e per il loro lavoro con Bjork.
Giocoso e meraviglioso, il loro undicesimo album “Feorm Falorx” è sicuramente più delicato dell’oscura spigolosità del suo predecessore “Polymer“, senza però perdere di profondità e mantenere quella predominanza melodica per cui sono tanto amati. È molto ritmato, attraversato da hi-hat “Set If Off”, clavicembali digitalizzati, mandolino straziato, archi a cascata, linee di basso grezze, groove mercuriali e persino un tocco di chitarra goth.
Appassionati sostenitori della tecnologia, in questo lavoro riescono a suonare sia all’avanguardia, ma anche calorosi, umani e nostalgici, proponendo una sorta di retrofuturismo high-tech. Come sempre in evoluzione, senza perdere quella linea stilistica rintracciabile all’interno di tutta la loro produzione. Fin dalle loro prime uscite anticonformiste fino ad oggi, hanno abbracciato nuovi metodi di sintesi ed esplorato diversi stili musicali, mantenendo un filo conduttore che attraversa il primo hip hop della loro giovinezza e oltre, fino ai suoni degli anni ’60 e ’70 che lo hanno ispirato. Anche se non immediatamente evidente, ad un ascolto più attento è possibile percepire l’influenza di groove come quelli di “Soft and Wet” di Prince, “Westchester Lady” di Bob James e “Bourée” dei Jethro Tull.
L’artwork dell’album e le foto per la stampa sono state create utilizzando una miriade di tecnologie AI, Image Synthesis e DALL·E di OpenAI. Espandendosi sullo stesso tema che utilizza meccanismi AI/AR, seguiti da video e un romanzo grafico, ambientato per intero sul pianeta immaginario Falorx. Nel corso degli anni, i Plaid hanno fatto molti tour e grandi collaborazioni, scrivendo e suonando con ricercatori sonori, gruppi di percussioni, artisti solisti e orchestre, tra cui più recentemente con la BBC Concert Orchestra. Hanno scritto musica per giochi per computer e realizzato la colonna sonora di diversi lungometraggi, uno dei quali, “Tekkon Kinkreet”, è stato insignito del Japan Academy Prize for Animation of the Year.