Il prodotto più peculiare e longevo del nu rave dei tardi anni duemila, avendolo reinventato in salsa etnica nei loro concerti, energici e coinvolgenti a dir poco. La scomparsa del loro batterista Andrea Marongiu a settembre 2014 è stato un duro colpo per il gruppo, ma la band, ritiratisi nelle colline basche, già ispirazione anche per il loro primo album Star Of Love, ha annunciato il proprio ritorno per il 2016.
Hanno registrato con il produttore Justin Meldal-Johnsen (Beck/Air/M83/Paramore) e qui le melodie presenti nel Paese Basco sono stati trasformate in ganci e le canzoni sono esplose in inni torreggianti.
Una band matura, le cui influenze musicali si sono ampliate e strutturate. I cuori battono di danze ispaniche e africane e la musica elettronica messicana ora siede accanto al folk e alla psichedelia.
C’è ancora un’adrenalina potente, il fervore del punk, il sudore della disco e l’epica dell’american road rock, ma la band è ora molto più riflessiva, contemplativa,, trattando temi universali come l’amore, la morte, follia e la speranza, usando la cultura basca come un trampolino di lancio verso lo spirituale e il primordiale.
I Crystal Fighters esplorano la filosofia, l’antropologia, la spiritualità e la religione, una band decisa a creare un proprio paradiso musicale, un luogo al di là dei parametri di genere, dove tutto ciò che rimane, infine, è canto, ritmo e sentimento, esplosione di colori vivaci dal buio di una silenziosa notte basca.