I Quartieri

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    I Quartieri sono una delle sorprese italiane più apprezzate di questo 2013: il loro album d’esordio “Zeno”, appena pubblicato da 42 Records con distribuzione Universal, sta ricevendo il plauso della critica e suscitando la curiosità del pubblico. I Quartieri erano già diventati un piccolo caso quando, nel 2010, il loro EP “Nebulose” (pubblicato da 24, la collana digitale mensile di 42 Records) si era fatto notare grazie al passaparola. L’originalità delle trame musicali proposte, sempre in bilico tra tradizione italiana e sonorità di respiro internazionale (chi ha detto dream pop?) aveva fatto coniare per loro la definizione di “gruppo travestito da cantautore disperso nello spazio”.

    Si sono presi il loro tempo, I Quartieri, per diventare sempre più una vera band e affinare il loro stile. Ritornano ora con il primo album vero e proprio – “Zeno”, appunto – che riparte dagli elementi fondanti della loro scrittura: le chitarre malinconiche, le atmosfere sospese e rarefatte, la grande cura nei suoni e nella produzione.

    Dopo una manciata di date di rodaggio, la band di base a Roma, ma composta da elementi provenienti da diverse parti d’Italia, presenterà l’album questo venerdì – 11 ottobre – sul palco del Circolo degli Artisti. Una serata speciale, a ingresso gratuito, che vedrà anche la partecipazione dei Departure Ave. (una fra le più interessanti nuove realtà cittadine).
 Un assaggio del tour in arrivo, organizzato da DNA Concerti, che partirà nelle prossime settimane e vedrà I Quartieri esibirsi su alcuni dei più prestigiosi palchi italiani.

    I Quartieri sono Fabio Grande, Marco Santoro, Paolo Testa e Marco Pellegrino.

    L’album è stato anticipato dal singolo Zeno, per cui è stato girato un video – regia di Giulia Trasacco – che vede come protagonista Carlo De Ruggiero, attore già visto in Boris e nello spettacolo teatrale “4, 5 e 6”.
Il video di Segnaletica, scritto e girato dalla band sempre in collaborazione con Giulia Trasacco, è stato presentato in esclusiva su Wired Italia. Un piccolo capolavoro low budget che ha raccolto più di qualche plauso.

    DICONO DI LORO:



    “I QUARTIERI hanno un’identità molto forte che fa venire voglia – e accade raramente – di non paragonarli a nessuna nostra altra band contemporanea”. (IL MUCCHIO)

    “I QUARTIERI si confermano gruppo di altro livello, abile nel fondere sonorità tra l’elettroacustico e l’elettronico – di quando indie era sinonimo di bello e creativo – con la canzone d’autore della gloriosa scuola romana di una quindicina d’anni fa”.  (BLOW UP)

    “Zeno” è l’ennesima dimostrazione di come lavorare con lentezza possa giovare e non costituire un handicap. Senza la frenesia di bruciare le tappe, i ragazzi hanno infatti avuto la possibilità di perfezionare il loro progetto, giungendo alla fine a una sintesi davvero brillante per equilibrio, intensità e autorevolezza. Non è uno stile alla ricerca del facile consenso, quello di Fabio Grande e compagni: è dotato di un notevole impatto estetico, grazie a soluzioni morbide e avvolgenti dove suoni elettrici e acustici sposano trame elettroniche dal volto umano, ma punta a un coinvolgimento più profondo, a una seduzione che si basa sulle melodie e sulle atmosfere suggerendo analogie con quella evocata dai sogni”. (Federico Guglielmi per FANPAGE.IT)

    “Come in un film di Antonioni, frammenti di esistenza che si compongono in un insieme che ci appare comune, riproducibile in tante altre esistenze, quanto individuale. Esiste la coscienza di Zeno, esiste Zeno. Un uomo, una donna, un bambino. Esiste una società che lo accoglie, lo rende emarginato oppure eroe, parte di un insieme. Qualcuno la chiama generazione, altri periodo storico, altri ancora periodo di vita. Frammenti, come messaggi sparsi in una valle silenziosa e popolata. Persone che i incontrano tra loro, quasi accidentalmente, individualità che rimangono tali, il freddo dell’empatia mancata, la siccità della mente.”  (DANCE LIKE SHAQUILLE O’NEAL)

    “La musica de I Quartieri è pop nell’accezione migliore del termine. È pop suonato da una base spaziale sulla luna dopo l’estinzione del genere umano. È intriso di nostalgia, della paura e della dolorosa necessità di crescere. Ha uno sguardo lucido sulla distanza che ci separa l’uno dall’altro e, proprio per questo, è avvolgente e caldo e si sforza di azzerarla questa distanza che sembra essere diventata la cifra delle nostre esistenze nella contemporaneità”. (INDIE FOR BUNNIES)

    Sono passati ben tre anni da quell’ep di debutto dei Quartieri che ci aveva lasciato letteralmente a bocca aperta. Il motivo, ora lo possiamo dire con sicurezza, è che è difficile ascoltare qualcosa di simile in Italia, con quei suoni così dilatati e siderali, animati da una luce brillante ma di un chiarore freddo, e addolciti da un cantato in italiano onesto e consolante.  (Rockit)